Studio nota livelli anormali di marker immunitari e infiammatori
Nonostante si guarisca dall'ebola, per anni continuano i suoi effetti nell'organismo. Un gruppo internazionale di ricercatori ha infatti scoperto come nel sangue, anche due anni dopo la guarigione, ci siano livelli anormali di marker immunitari e infiammatori. Questi risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature communications e sono stati raggiunti da un team di studio condotto dall'Inserm francese e dall'Università Parigi-Est Créteil. I ricercatori hanno analizzato i campioni di sangue di 35 persone. Questa analisi ha mostrato che anche quando i guariti non hanno più alcun virus rilevabile, hanno comunque un profilo immunitario specifico, diverso da quello delle persone che non hanno mai contratto la malattia. I ricercatori hanno identificato la presenza di cellule immunitarie, note come cellule T di memoria Cd4+ e Cd8+, che sono specifiche del virus e che sono rimaste nel sangue di tutti i 35 ex malati presi in esame. Inoltre, il team di studio ha notato la presenza di una grande quantità di marker infiammatori nei campioni di sangue (citochine pro-infiammatorie, marker dell'attivazione immunitaria), che indicano la persistenza dell'infiammazione nei sopravvissuti all'ebola. Nell'epidemia di ebola che ha colpito l'Africa occidentale tra il 2013 e il 2016 sono state contagiate oltre 28.000 persone, causando più di 11.000 morti. A quattro anni dalla fine dell'epidemia, la malattia continua a diffondersi soprattutto nella Repubblica democratica del Congo.
fonte: Nature communications
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